sabato 26 marzo 2016

Che fare? Intanto . . . auguri

Non si può fingere che nulla stia avvenendo intorno a noi. Però bisogna andare oltre e guardare avanti. Dunque siamo già a Pasqua, salutata da una primavera bislacca ma che prima o poi si manifesterà in tutto il suo splendore.


Una ghirlanda storica, per la mia famiglia: i miei ragazzi erano davvero piccini quando l'ho presa.



Tagliate le siepi, potati gli alberi in giardino, con due rami di pruno pieno di teneri fiorellini bianchi ho allestito un "albero di Pasqua", con ovetti colorati.


 


Con questa ciotola di violette vi saluto, augurandovi di trascorrere una buona Pasqua nel modo migliore possibile e con le persone che amate.

                                                                         A presto
                                                                                          Susanna




giovedì 10 marzo 2016

Che strano . . .compleanno

Eh si, in effetti pensavo potesse essere stravagante ricordare la data di nascita di mio padre, piuttosto che quella della sua scomparsa, avvenuta il primo giorno di primavera di 6 anni fa.


Però poi mi son detta che in fondo, io sono molto arrabbiata per il fatto di non averlo più con me e dunque è meno doloroso ricordare il momento in cui gli è stata donata la vita anziché quello in cui è finita.

Il riferimento alla ditta "Borsalino" è dovuto al fatto che per ben cinquant'anni i miei genitori hanno avuto una cappelleria molto ben fornita ad Ostia, in Roma. Un lavoro che hanno svolto con amore, dedizione e professionalità, ma anche molti sacrifici.

Certo però che la vita è beffarda: si pensa che maturando si abbia meno bisogno dei propri genitori ed invece non è così. A me manca sempre più mio padre. Le nostre chiacchierate da insonni, nel cuore della notte. Una sigaretta fumata insieme. E quanto ha amato i miei figli, suoi nipoti capendo e prevedendo sin da piccini i loro caratteri e doti specifiche ma quanto ancora avrebbe potuto farlo ora, sicuramente orgoglioso di loro.

Ed avrebbe scialato nel vedere la raccolta delle olive e la produzione dell'olio, memore delle sue radici sabine, alle porte di Roma.
O ancora nel disquisire di Filosofia con Francesca Romana o di Ingegneria con Marco. O comprendere i silenzi ed i pensieri di Giulio: sono sicura che sarebbe riuscito a dialogare con lui, permeandone la corazza fittizia.

Insomma è un vero peccato che non possa più godere di tutto ciò.
Guardo le stelle nelle notti calde d'estate o in quelle gelide e limpide d'inverno e cerco le Pleiadi, la costellazione che aveva scelto con mia madre e che mi ha insegnato da bimba.

E a me manca il suo abbraccio avvolgente e rassicurante. 
Ahimè quanto mi servirebbe in questo frangente e quanto potrebbe darmi conforto.

Mio padre.